Fonte: Il Mattino
di Aniello Sammarco
Fischietti, striscioni e slogan: più di mille persone dalle città della provincia hanno preso parte ieri mattina ad un corteo di sensibilizzazione alle problematiche degli abbattimenti a Napoli, con partenza dalla zona di piazza Garibaldi e arrivo nell’ area del centro direzione, presso la sede del consiglio regionale. Qui una delegazione è stata ricevuta da una rappresentanza dell’ assise campana: «Ai politici presenti sottolinea Raffaele Cardamuro, presidente dell’ associazione Io abito, tra le promotrici della manifestazione abbiamo chiesto che si facciano portavoce presso il presidente Vincenzo De Luca, affinché il governatore assuma un’ iniziativa di sensibilizzazione nei confronti del procuratore generale di Napoli Riello. L’ obiettivo, come accade in altre procure, è quello di prevedere un ordine di abbattimento degli immobili che metta all’ ultimo la demolizione delle strutture destinate a prima casa».
IL DIRITTO Per i promotori e i partecipanti all’ iniziativa quella di ieri è stata «una mobilitazione per la difesa e la garanzia di uno dei diritti più importanti per ogni cittadino. «Lo scopo come si legge in una nota diramata prima del corteo è la tutela normativa di un diritto fondamentale per i cittadini in una realtà territoriale, quale quella campana, letteralmente martoriata dall’ abusivismo edilizio». Di recente all’ azione si sono aggiunte anche diverse realtà siciliane. «E con questi cittadini afferma Isidoro Vitiello, residente a Torre del Greco e tra i più attivi nei giorni di preparazione alla manifestazione abbiamo già deciso di organizzare una manifestazione nazionale a Roma a marzo».
LE CIFRE I numeri di un fenomeno che in Campania è particolarmente sentito, sono elevatissimi: «Stando ai dati forniti da Legambiente, e dunque non propriamente dalla nostra parte prosegue Cardamuro, noto negli anni per le sue battaglie, che però non gli hanno evitato l’ abbattimento del suo immobile a Bacoli le strutture interessate da specifiche domande di condono sono ben 672mila. Se si pensa che ognuno di questi immobili mediamente vede interessate almeno tre persone, in Campania parliamo di due milioni di cittadini i cui immobili dovrebbero essere interessati da abbattimento. Senza contare il sommerso. Un fenomeno che prima di essere di natura economica è psicologico».
LO SLOGAN Tante le delegazioni presenti ieri al corteo: c’ erano cittadini giunti dall’ area vesuviana (Torre del Greco, Torre Annunziata ed Ercolano in primis), da Castellammare e dai Monti Lattari, dall’ area flegrea e perfino dalla isole di Ischia e Capri. «Crollano ponti, gallerie, scuole uno dei cartelli che ha accompagnato la marcia dei manifestanti Lo Stato non riesce ancora a dare una sistemazione ai terremotati. Abbattere le nostre case è disumano». C’ è chi, perfino in controtendenza con quanto sta avvenendo a livello nazionale, ha sottolineato come le demolizioni giudiziarie devono essere di natura penale e come tali devono godere della prescrizione.
Da Quarto la protesta è arrivata a richiamare una storia vecchia di oltre vent’ anni: «Nel 1997 il Comune hanno sottolineato i manifestanti del comune flegreo aderenti all’ associazione Io abito aveva rilasciato le concessioni in sanatoria. Nel 2017 la procura della Repubblica ha ritenuto tali concessioni illegittime, ordinando la demolizione degli immobili». E con una striscione di colore verde alcuni cittadini giunti dall’ isola di Tiberio hanno chiesto «Cosa resta a Capri del diritto all’ abitare»?