Fonte: Metropolis
di Marco Milano
Allarme sociale e legge speciale per una Capri come “un giano bifronte”, invivibile di giorno, bellissima di notte, deserta di inverno, coloratissima d’estate. La Capri di altissimo livello al calar del sole con turismo di qualità e appuntamenti che donano ulteriore prestigio ad un’isola che si contraddistingue, da sempre, anche per professionalità, vocazione all’ospitalità e all’accoglienza, standard elevati in fatto di servizi, diviene poche ore dopo, quando il sole del mattino prende il posto della luna, una località caotica che porta spesso i turisti a postare commenti negativi sui social e a promettere e promettersi di non voler tornare mai più. A dover essere studiati piuttosto che i dati generali quotidiani di arrivi e partenze, dovrebbero essere soprattutto i numeri della cosiddetta contemporaneità. Il fenomeno che, infatti, va analizzato e monitorato più che il totale delle persone che sbarcano sulla terra dei Faraglioni in un giorno dovrebbe essere quanto emerge dalle cifre inquadrate per fascia oraria. A congestionare lo scoglio caro all’imperatore Tiberio è soprattutto la mole di persone che nello stesso istante arriva o parte, più che il suo definitivo in una giornata. La sostenibilità del turismo passa, dunque, anche attraverso un riequilibrio dei flussi, “spalmati” in modo da divenire meno asfissianti per strutture e infrastrutture isolane. In fondo non c’è bisogno del numero chiuso a Capri, basterebbe che venga fissata una simbolica “capienza massima” suddivisa per ore del giorno, in particolare all’arrivo. E lo stesso discorso vale per l’isola deserta di inverno e viva più che mai, anche troppo, d’estate. Le parole chiave sono equilibrio e sostenibilità. Una normativa ad hoc per un’isola come Capri e più in generale una legge pensata e voluta solo per le località insulari ad alta vocazione turistica potrebbero aiutare a mettere in atto quanto necessario a rendere vivibili le isole dodici mesi l’anno. Servizi essenziali e vita di comunità garantiti di inverno, turismo e flussi che portano ricchezza e reddito ma in un’ottica di benessere e non con numeri asfissianti fuori dalla portata dei territori dalle caratteristiche particolari e comunque di dimensioni limitate nei mesi caldi. E poi, al centro di tutto, la questione abitativa, problema complesso da anni a Capri, che sta divenendo vera e propria emergenza, toccando livelli che si preannunciano drammatici per i prossimi anni. L’impossibilità di realizzare nuovi manufatti ai fini di alloggio e l’enorme mole di richiesta del mercato in fatto di fitti brevi, infatti, sta portando sempre più alla trasformazione ad uso transitorio e turistico delle abitazioni e ville esistenti con buona pace di una coppia di giovani che vogliono unirsi a Capri e mettere su famiglia, senza però essere eredi di proprietà immobiliari.