Fonte: Metropolis
Accusati per attestazione falsa per ripristino di un abuso edilizio a Capri, il
pm chiede 6 anni per l’ex responsabile ufficio edilizia privata, il comune di
Capri si costituisce parte civile e chiede i danni. Processo a carico dell’ex
responsabile dell’ufficio urbanistica-edilizia privata del comune di Capri,
l’architetto Massimo Stroscio, del costruttore Biagio Gargiulo e dell’imprenditore Silverio Paone, riconducibile alla famiglia titolare del
marchio Kiton. L’indagine è stata condotta dai Carabinieri di Capri, e ora c’è
l’accusa di concorso in frode e depistaggio, attestazione falsa nella
relazione di avvenuto ripristino di un abuso edilizio, e falso. A carico del
costruttore e dell’imprenditore anche presunti reati edilizi ed urbanistici. Per l’architetto Stroscio il pm ha chiesto sei anni, per il costruttore Gargiulo,
cinque, e per Paone quattro anni e sei mesi. Il legale nominato dal comune
di Capri, Luciano Fotios Meleto-poulos, ha chiesto la condanna degli
imputati e il risarcimento del danno per reati urbanistici e di immagine. A
dare il via alle indagini scaturite, poi, nel processo sarebbe stato un esposto
anonimo ai carabinieri di Capri sul ripristino di un abuso edilizio, che sarebbe stato, secondo l’accusa, invece, un falso. La prossima udienza è fissata per martedì, primo febbraio, con le arringhe
dei legali degli imputati, Bruno von Arx ed Alessandro D’Angelo. A dare origine alla vicenda è stato qualche anno fa un sopralluogo in via Cercola, da parte dei Carabinieri che rinvenendo opere abusive fecero scattare i sigilli. Un cantiere dove erano in corso una serie di lavori, effettuati in una zona sottoposta a vincolo paesistico ed idrogeologico. Poi la sospensione delle attività e l’avvio del procedimento amministrativo, al quale fece seguito la richiesta di ripristino dello stato dei luoghi, che dopo un primo sopralluogo di verifica, vide i carabinieri tornare sul posto per una seconda perizia tecnica dalla quale venne fuori che il ripristino non sarebbe stato effettuato nella sua regolarità. L’epilogo, ora, nelle aule di tribunale e l’accusa di concorso in frode e depistaggio, attestazione falsa nella
relazione di avvenuto ripristino di un abuso edilizio, e falso.