Fonte: Roma
di Elena D’Andrea
Si inaugura domani a Capri nelle bellissime sale della galleria del settecentesco Palazzo Venalesti, in piazzetta Cerio, attualmente sede di Iki, prestigiosa trattoria giapponese, la mostra dell’ artista Annamaria Volpe “L’ oro di Capri” a cura di Mimma Sardella.
Interamente dedicata al luogo che la ospita per il colore, il “Bleu Cerio” scelto come fondo dell’ opera che ne diventa il logo, l’ artista costruisce l’ immagine imponendo la sua cifra con l’ uso dell’ oro come suo segno preminente, arcaico e vitale, con la stesura di due fasci di luce, forte immagine archetipo.
Le opere esposte, diciotto tavole quadrate di dimensioni variabili da 50×50 a 80×80 fino a 90×90, rispettano la bellezza della grande e aulica sala, percorrendo le pareti con ritmo che diventa danza di colori forti, dove vivono il rosso e il bianco insieme al giallo e al turchese. Una accattivante coreografia dentro il Palazzo Vanalesti annesso a Palazzo Cerio, a sottolineare il lavoro d’ intesa che compiono Iki Capri e la Fondazione Cerio, proponendo Cultura nel segno dell’ Arte.
La mostra resterà visibile fino alla chiusura invernale di IkiCapri, nel gennaio 2020.
“Annamaria Volpe – scrive la cu ratrice – realizza le sue formule pittoriche su tavole dipinte, iconografie assolute nel segno dell’ astratto di accentuata matericità ottenute nell’ impasto dei colori che il pennello raramente distende lisciandoli fino a far riposare l’ occhio. Piuttosto il colore sulla tavola lievita dal piano, diventa cretto, si destabilizza formando onde turgide e crini acuminati, forti contrasti aggettanti oltre la soglia del supporto bidimensionale pronto a diventare spazio di un nuovo progetto. Accade che l’ artista intervenga sulla prima stesura del supporto, rielaborandolo con l’ aggiunta di altri tasselli compositivi, di varie dimensioni ma sempre a carattere geometrico, che creano movimento tridimensionale all’ opera facendo leva su forti contrasti di colore. Dipinte nel colore caldo dell’ oro e della terra, del rosso scarlatto fino ai bianchi, ai gialli, ai verdi che danno pausa all’ occhio, la breve serie delle opere esposte sui bianchi muri dell’ aulica aula di Iki sembrano muoversi insieme a chi le guarda, composizioni di affascinante capacità illusiva che tuttavia non ammettono allusioni a dati e circostanze del reale vissuto”