Fonte: Metropolis
di Marco Milano
“3 Vele per Capri”. Il belvedere di Tragara, la terrazza che affaccia sui Faraglioni si è trasformata in questi giorni simbolo di bellezza e resistenza. Protagonista dell’area che ha ispirato l’amore e la luna caprese è un’opera d’arte esposta per la prima volta sull’isola azzurra e interamente realizzata con il “Corten”. Un materiale per eccellenza resistente alle intemperie, oggi ferroso, speciale, arricchito con particolari molecole chimiche che con il bronzo fanno ossidare il materiale ma fermandosi alla prima patina senza aggredire il resto del materiale. Le vele a Capri sono “evocative del vento che a vele spiegate spinge verso l’orizzonte del mare e della vita”, come ha notato l’ex presidente dell’ordine degli architetti della provincia di Isernia Franco Di Turi. Si tratta di un’opera artistica realizzata da Toni Scarduzio. Architetto, che vive e lavora a Grosseto, e che, come tanti artisti contemporanei, si è formato al di fuori dell’istruzione scolastica e da figlio d’arte. Legato idealmente a Capri anche dai suoi studi di architettura a Napoli durante i quali ha conosciuto e frequentato artisti e gallerie partenopee di spicco, Scarduzio oltre a conoscere artisti italiani, nella sua carriera diventando amico dei ticinesi Nag Arnoldi e Ivo Soldini ha avuto uno stimolo importante del suo fare artistico. L’artista che espone la sua opera en plein air a Capri in questi giorni sta esponendo contemporaneamente anche alla Biennale d’Arte Contemporanea di Piazzola sul Brenta con due opere di oltre cinque metri di altezza, dal titolo “Scudi” e “Labyrinth”. Toni Scarduzio, esponente appassionato di ricerca e sperimentazione per l’arte astratta contemporanea, soprattutto scultorea, sull’isola azzurra ha voluto essere presente con opere che rappresentano l’ideale proseguimento di un percorso di sperimentazione che ha contraddistinto la sua carriera artistica.


















