Mariano Della Corte. Capri – Un angolo della flora caprense si è trasferito in piazzetta, sulle scale del salotto del mondo, palcoscenico naturale dell'isola dove due amanti dell'isola, Giovanni Mameli e la moglie Maria Bonatti, con un vero e proprio gesto d'amore hanno voluto ricreare nel cuore pulsante del centro antico quell'habitat naturale tipico di rupi ed anfratti che costeggiano l'isola. Tutte le specie della macchia mediterranea sono state fatte rifiorire, grazie al mecenatismo di queste due persone venute dal nord, che si sono affidati ad uno dei massimi esperti del settore, l'architetto del verde Umberto Giolli, responsabile della cura e della gestione della maggior parte dei giardini del Fai, il Fondo Ambientale Italiano, che gli ha affidato la cura e la tutela dei più bei parchi e giardini d'Italia. Ed a questo speciale giardiniere, che i coniugi Mameli hanno affidato l'allestimento floreale di una delle scalinate più famose del mondo, e che quest'anno è stato tra gli angoli più fotografati dell'isola. Un allestimento verde che è stato donato lo scorso anno al comune che ha apprezzato l'atto d'amore che i due nuovi isolani d'adozione hanno fatto verso l'isola. Un attento studio, portato avanti dall'architetto del verde Umberto Giolli, con le specie messe a dimora e sistemate lungo gli antichissimi scalini che conducono alla Capri del '600, in alcuni artistici contenitori. Delle cassette verdi in ceramica, nate dall'estro creativo dell'artista caprese Cecilia Sbandi, che riproducono fedelmente su ogni lato la specie arborea delle piante che si trovano all'interno. Ed anche un simbolo particolare, la lucertola azzurra, è stato ripreso sulla ceramica di Cecilia Sbandi, un rettile solitario inquilino dei Faraglioni, dove vive e si riproduce indisturbato probabilmente da millenni, e dove per empatia la sua veste ha preso il colore azzurro del mare che circonda le sentinelle di roccia dell'isola. La flora caprense è ritenuta da molti uno degli elementi naturali che rendono l'isola diversa: il primo a scriverne è stato Edwin Cerio, che addirittura racchiuse in un libro dal titolo “Flora Privata di Capri” tutte le oltre trecento specie spontanee di cui l'isola è ricca. “Una vera e propria guaina verde – scrive Cerio – che dà rilievo alle procaci balze calcaree e mette all'isola una sottoveste di boscaglia tropicale.” La Flora privata di Capri, come un romanzo avvincente introduce il lettore in un viaggio nel verde e nella natura dell'isola, così come era forse nelle intenzioni dei due mecenati e dello studioso giardiniere Giolli, che ha messo a dimora in piazzetta il capparis spinosa, il pelargonium odoroso, l'arthemisia, il rosmarino, la gazzania marittima, l'euforbia, il mirto, il timius vulgaris, quasi a voler anticipare quello che i turisti più accorti troveranno se si addentrano lungo i percorsi naturalistici ed i piccoli sentieri che tagliano l'isola in lungo ed in largo e che si aprono su scorci di bellezze meravigliose, come le pareti del Pizzolungo o il sentiero che porta ai Faraglioni, o la straordinaria valletta di Cetrella, e dell'Arco Naturale, dove ancora cresce spontanea la ginestra, il lentisco e il mirto.