Anna Maria Boniello. Capri – Un archeologo romano Federico Nomi di 29 anni precipita dal costone della Migliera dopo aver messo un piede in fallo sul sentiero che dal belvedere della rupe conduce alla Grotta di Pisco, un percorso impervio lungo il ciglio del Monte Solaro che ieri è stato teatro di un episodio che poteva finire in tragedia. Il ventinovenne archeologo, responsabile del progetto “Capri 2011, ricognizione archeologica del territorio di Capri ed Anacapri, alla guida di un gruppo di una decina di studenti dell’Università la Sapienza, tra cui due capresi Federica Aprea e Luca Di Franco, intorno a mezzogiorno di ieri si è inoltrato lungo un sentiero che conduce alla Grotta di Pisco, uno dei siti che dovevano entrare nella mappatura archeologica che i giovani ricercatori stavano elaborando nel loro progetto che è iniziato il 3 Ottobre, e che ieri includeva la parte alta dell’isola. Il gruppo, che era partito dal belvedere della Migliera, munito di mappe dell’area, ha imboccato un sentiero diverso da quello che conduceva alla grotta e nello scendere lungo i fianchi del monte l’uomo che era alla guida ha messo un piede in fallo ed è ruzzolato lungo il fianco della scarpata che precipita a mare da un’altezza di 400 metri. Fortunatamente la sua caduta è stata frenata dopo circa trenta metri da un albero di grosso fusto che ha impedito che precipitasse in mare. Alcuni studenti, nonostante fossero in preda al panico, sono tornati sui loro passi ed hanno dato l’allarme ai proprietari del ristorante che si trova a qualche centinaio di metri, Da Gelsomina alla Migliera, che hanno allertato Vigili del Fuoco, Carabinieri ed i volontari della Protezione Civile, esperti conoscitori della zona e dei suoi pericoli. Sul posto si è recata una pattuglia dei Carabinieri di Anacapri, coordinati dal Comandante della Stazione Cristoforo Perilli ed una pattuglia dei Vigili del Fuoco che avventurandosi lungo un impervio sentiero sono riusciti ad avvicinarsi all’uomo che fortunatamente non ha mai perso conoscenza e che nonostante la sua ingente mole di oltre un quintale è rimasto imbrigliato nei rami dell’albero che ha resistito al suo peso. Le operazioni di recupero sono andate avanti per circa due ore, per evitare che l’albero si spezzasse e l’uomo precipitasse in mare, e grazie alla tipologia di barella a cucchiaio portata dai sanitari del 118 i soccorritori sono riusciti ad imbragare il ferito e portarlo in salvo risalendo lungo il pericoloso percorso. A bordo all’autoambulanza del 118 l’uomo è stato trasferito all’Ospedale Capilupi dove gli sono state prestate le prime cure. Agli occhi dei sanitari è apparsa comunque tutta la gravità del caso per la sospetta lesione di organi interni ed essendo impossibili a Capri ulteriori indagini ed in particolare quella della Tac poiché l’apparecchiatura è ferma da due settimane a causa di un guasto, si è reso indispensabile il trasferimento del ferito in una struttura a terraferma. Lo studioso quindi è stato trasferito in eliambulanza nel Trauma Center dell’Ospedale Cardarelli di Napoli dove è ricoverato in prognosi riservata.