Gigi Di Fiore Hai voglia a dire che da sempre Capri e Anacapri si dividono su tutto. Hai voglia a spiegare che, quando in una sola isola, e per giunta una delle più famose nel mondo, si concentrano due diverse amministrazioni comunali, le diversità di vedute sulle scelte in materia di turismo sono la regola. Questa volta sembra diverso, questa volta sembra che non ci siano margini per ricomporre la frattura, che riguarda la necessità di regolare e limitare gli sbarchi turistici, soprattutto quelli del mordi e fuggi. Stavolta è diverso non solo per l’ argomento, che ricorre quasi ad ogni inizio di stagione estiva, ma anche dal particolare legame di sangue che lega i due primi cittadini.Cugini di primo grado. Da una parte Giovanni De Martino, classe 1953, ingegnere con laurea al Politecnico di Napoli, per anni funzionario al comune di Capri e da due anni sindaco. Dall’ altra parte Franco Cerrotta, classe 1952, nessuna laurea in tasca, ma corposa esperienza amministrativa per essere stato più volte sindaco di Anacapri e dipendente per molto tempo come impiegato alla Sippic, la società privata che gestisce l’ energia elettrica sull’ isola.Due coetanei, che guidano i due comuni dell’ isola, con parentela mai rinnegata anche se le occasioni di incontro, per ricorrenze e riunioni familiari, si sono diradate dopo la morte dei rispettivi genitori. Due anni fa, subito dopo la sue rielezione, Cerrotta si sentì in dovere di lanciare un appello al cugino, che per la prima volta, a differenza di lui, diventava sindaco. Nel fargli gli auguri per l’ esordio da primo cittadino, Cerrotta si rivolse a De Martino e disse: «L’ interesse generale dell’ intera isola viene prima di tutto e la sinergia tra le due amministrazioni non dovrà essere mai trascurata, perché abbiamo problemi comuni. Auspico che ci sia sempre una leale collaborazione fra le due amministrazioni comunali».Una voglia di cambio di passo dopo che, negli anni passati, soprattutto con il sindaco Costantino Federico e poi con Marino Lembo, il primo cittadino di Anacapri aveva avuto qualche polemico contrasto. Ma, anche in questi ultimi due anni, le divergenze di vedute tra Capri e Anacapri non sono mancate. E hanno avuto per protagonisti i due cugini-primi cittadini. Spiega un caprese, che conosce entrambi: «Tra i due comuni isolani esiste una visione differente sul turismo e lo sviluppo dell’ accoglienza. Anacapri ha puntato sulle infrastrutture e sugli investimenti con un turismo di tradizione e ambiente, mentre Capri sulla mondanità dei numeri. Al di là della parentela, i due sindaci si sono trovati in mezzo ad obiettive filosofie diverse».Come sulla ripartizione degli introiti sul contributo di sbarco. Pochi mesi fa, la tassa è aumentata di un euro passando da 1,50 a 2,50. Quando fu istituito, il tributo veniva suddiviso per il 34 per cento della somma totale ad Anacapri ed il restante 66 per cento a Capri. Naturalmente, dopo l’ aumento, l’ amministrazione guidata da De Martino era per la continuità delle percentuali iniziali, mentre Anacapri chiedeva che almeno l’ euro in più deliberato fosse ripartito al 50 per cento. Metà e metà. Una frattura di sostanza, se si considera che lo scorso anno gli introiti della tassa di sbarco sono stati in totale per l’ isola quasi di sei milioni di euro. Una somma non da poco per le due casse comunali.Ma a dividere ancora i due cugini è stata un’ altra questione di rilievo: la diffusione delle slot machine nei locali dell’ isola. Franco Cerrotta si è messo di impegno e ha promosso un referendum tra i suoi seimila concittadini. La maggioranza ha votato per una drastica limitazione, ma da Capri De Martino, che era stato invitato dal cugino a seguire il suo esempio, replicava: «Stiamo valutando le varie possibilità e dobbiamo avere un riscontro dal territorio. Al momento non abbiamo riscontri sul fatto che i giocatori si siano spostati per venire a giocare aCapri. Non credo sia così, perché per giocare basta restare a casa e collegarsi con un pc».Insomma, ancora divisioni tra la parte alta e quella bassa dell’ isola. Finora, la vera battaglia condivisa è stata quella sulla difesa del porto turistico, con la conclamata affermazione comune sulla necessità di partecipare alla gara per acquisire le quote messe in vendita da Invitalia. Sul resto, una serie di dichiarazioni a distanza. Anche se dice De Martino, quasi a sgombrare il campo da chi parla di incomprensioni con il cugino: «Mi sento spesso con il sindaco di Anacapri, siamo in continuo contatto per discutere i problemi comuni legati alla gestione del territorio isolano».Ma nel caso della fiondata sull’ idea di limitare gli sbarchi del mordi e fuggi, il sindaco Cerrotta lamenta proprio un’ assenza di comunicazione. E dice: «Certe cose ho dovuto leggerle sui giornali, l’ amministrazione di Anacapri non è stata consultata o avvertita. Eppure, del problema degli sbarchi si parla da anni, ma una soluzione non si trova limitando gli arrivi, che sarebbe una sconfitta, ma investendo in infrastrutture».E ad Anacapri parlano dei 200mila euro stanziati per finanziare uno studio di fattibilità tecnica sulla funicolare verso la parte più alta dell’ isola. Esibiscono gli investimenti per rendere più sicure le strade, come i sei autovelox, vantano la gestione della seggiovia diretta al monte Solaro o delle strade che non sono trafficate. Da Capri, il sindaco De Martino replica: «Stiamo studiano cosa fare e annunceremo un provvedimento nei prossimi giorni. È Capri a subire i problemi e l’ impatto maggiore di sbarchi selvaggi. Interverrò sul mio territorio di competenza. Mi rendo conto che Anacapri viva il problema in maniera marginale rispetto a noi, ma nessuno si è presentato a fare proposte alla conferenza dei servizi nel 2015, o ad un recente tavolo alla Regione».Cugini divisi e stavolta la questione non è da poco, perché riguarda gli arrivi dei turisti sull’ isola e l’ economia che nasce dai tour da otto ore. Dice Cerrotta: «Non si improvvisano scelte importanti, specie ad inizio stagione». Replica De Martino: «Devo intervenire. Non possiamo aspettare che si verifichino incidenti».