Anna Maria Boniello. Capri – Sono gli olivicoltori i «cercatori d’ oro» del terzo millennio. Un nutrito gruppo di anacapresi ha dato vita all’ associazione per la tutela dell’ olivo sull’ isola, che vede Gianfranco D’ Amato come presidente onorario, chiamandola con il nome simbolico «L’ Oro di Capri», omaggio a un alimenti principe della dieta mediterranea. E prima di avviare il programma per la raccolta del 2016 hanno organizzato un incontro nella sala del Centro Multimediale Mario Cacace: hanno partecipato i soci de L’ oro di Capri, un gruppo di capresi che coltivano ulivi nei loro terreni e aspirano a fare parte dell’ associazione, gli esperti del settore, il presidente Pierluigi Della Femina, i due vicepresidenti Attilio de Gregorio e Vincenzo Torelli, il coordinatore del progetto Carlo Lelj Garolla e Angelo Lo Conte, l’ agronomo che guida gli olivicoltori in tutte le fasi.Lo Conte ha illustrato i risultati del raccolto della scorsa annata, circa 16 tonnellate di olive per circa 2000 litri di olio, e le fasi del programma operativo da seguire nell’ annata 2016. In particolare si è soffermato sulle attività di monitoraggio degli olivi per evitare che vengano attaccati dalla mosca olearia attraverso le trappole a feromone. Nel mese di maggio saranno sistemate in tutti gli oliveti di Anacapri le bottiglie contenenti la torula, elemento utile per la cattura massale di questo dannoso insetto che attacca le olive. A giugno inizia poi il trattamento della chioma degli alberi di ulivo con la poltiglia bordolese, un particolare fungicida biologico con funzione anticrittogamica. Nei mesi estivi, luglio e agosto, gli uliveti godranno del trattamento dei loro alberi mediante l’ utilizzo del caolino. Poi inizierà il conto alla rovescia per la raccolta: una vera e propria festa per i proprietari e l’ intera famiglia degli olivicoltori che finalmente potranno assaporare il frutto del loro lavoro. Come accadeva un tempo, da inizio novecento fino agli anni settanta, quando l’ olivo di Anacapri era una fonte di reddito importante, l’ occasione della raccolta diviene un collante sociale che unisce gran parte delle comunità anacaprese, in un territorio che si estende dalla Grotta Azzurra al Faro e che occupa una superficie di circa trenta ettari, dove crescono circa settemila piante di olivo. Un mare verde che copre le fiancate delle colline in un habitat naturale straordinario in una costa frastagliata che quasi lambisce il mare in un’ altitudine tra i 30 ed i 200 metri. E la giornata che l’ associazione ha voluto organizzare, oltre a quello tecnico ha avuto anche un aspetto sociale: far conoscere ed avvicinare persone di generazioni diverse ad un tema, quello del recupero delle antiche tradizioni, riportando con questo progetto olivicolo la natura ed il suo habitat al centro della vita di oggi.