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Capri, la tassa di sbarco verrà pagata da tutti. Il Senato approva un emendamento alla legge: prima il pagamento era previsto solo per gli utenti dei mezzi di linea

di Redazione
19 Gennaio 2016
in Events
Tempo di lettura: 3 minuti
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Seggiovia Monte Solaro

capri folla turisti porto 1 [320x200]Anna Maria Boniello Capri. Il Senato in una delle prime sedute del 2016 nella legge collegata alla Finanziaria modifica la normativa della tassa di sbarco e vota una nuova norma che dovrà essere applicata nelle isole minori a sostegno degli interventi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Non appena sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale, tra qualche giorno, entrerà quindi in vigore il cosiddetto contributo di sbarco che dovrà essere versato da ogni persona che sbarca sulle isole minori con mezzi di linea e non. Non solo aliscafi e traghetti, come previsto dalla prima stesura della norma, ma anche navi da crociera. A battersi affinché tutti pagassero un euro e cinquanta al momento dello sbarco era stata l’amministrazione passata che nel regolamento nel giugno 2012, aveva già incluso la tassa di sbarco per tutti. Il regolamento del consiglio comunale di Capri venne impugnato davanti al Tar dal Mef, il Ministero Economico e Finanziario. Il Tribunale amministrativo accolse il ricorso del Ministero, escludendo dal pagamento i passeggeri che non arrivavano tramite mezzi di linea. L’amministrazione però continuò la sua battaglia e l’assessore al bilancio dell’epoca, Salvatore Ciuccio, interessò del caso l’Ancim, l’Associazione Nazionale delle Isole Minori, facendosi promotore di un emendamento che venne presentato in Senato dai rappresentanti dell’associazione, che sposarono la battaglia partita da Capri facendo inserire l’emendamento nella legge che è stata approvata in questa settimana e che destina il gettito alla raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Quella che una volta si chiamava tassa di sbarco e che oggi viene definita nella legge «contributo di sbarco» può arrivare fino ad un massimo di cinque euro, lasciando però la decisione ai comuni e deve essere riscossa insieme al prezzo del biglietto da parte delle Compagnie di Navigazione o da coloro che svolgono servizio di trasporto di persone a fini commerciali. A Capri, comunque, la cifra dovrebbe restare al minimo. Ciò significa che chiunque arrivi sull’isola su navi da crociera, imbarcazioni charter o mezzi di linea dovrà versare ai responsabili del servizio un euro e cinquanta. La tassa di sbarco viene ripartita al 66 per cento al Comune di Capri e 34 per cento al comune di Anacapri. Nelle casse del Comune di Capri il gettito dell’imposta di sbarco è riuscito a raggiungere la somma di circa 1.500.000 euro all’anno. Soddisfazione in comune da parte di Salvatore Ciuccio, ex assessore, oggi nei banchi dell’opposizione che aveva portato avanti la battaglia: «Finalmente è stato sancito quello che noi dicevamo da anni, ovvero che tutti coloro che arrivano a Capri debbano pagare l’imposta di sbarco, e soprattutto è stato rinforzato il principio secondo il quale il gettito deve essere destinato, oltre alla raccolta ed allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, anche alla salvaguardia ed al recupero ambientale. Quindi ora che la legge è più specifica auspichiamo una maggiore sensibilità ai problemi ambientali ed un mutuale rispetto della legge, e chiediamo alla maggioranza di destinare il gettito alle spese in conto capitale e non per le spese correnti».Nessuna reazione rispetto alla novità di legge è stata registrata finora da parte dei tour operator, dalle agenzie di viaggio e dalle società che trasbordano i passeggeri dalle navi da crociera a terra: «L’esiguità della somma, un euro e cinquanta – dice un ”addetto ai lavori” che opera nella zona di Marina Grande- non incide quasi sui costi del tour che vengono pagati per la visita giornaliera a Capri, che include oltre alla gita via terra in bus turistici, anche la visita della Certosa, una tappa ai Giardini di Augusto, dove si pagano i ticket di ingresso, e il lunch in uno dei ristoranti convenzionati». Nessuna preoccupazione che si possano modificare le abitudini dei vacanzieri si registra anche da parte dell’amministrazione comunale.

Prec.

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