Anna Maria Boniello. Capri – Emergenza sanità sull’isola azzurra a causa della tac ancora in disuso installata nell’ospedale Capilupi di Capri. Un bambino di 9 anni, che era arrivato al pronto soccorso del nosocomio isolano per una ferita al cranio procurata durante una caduta, dopo aver ricevuto le prime cure dei sanitari che gli hanno apposto punti di sutura, è stato trasferito in elicottero a Napoli per essere sottoposto all’esame della tac, tra lo spavento e l’angoscia dei familiari in attesa di conoscere l’esito dell’esame diagnostico. Dopo un volo di pochi minuti l’eliambulanza è atterrata nel piccolo eliporto dell’ospedale Cardarelli, quindi il bambino è stato ricoverato nel reparto degenze dove il piccolo è rimasto sotto osservazione in attesa dell’esame che doveva escludere se vi fossero altre complicanze. L’esame diagnostico, fortunatamente, ha dato esito negativo e ha escluso ogni altro danno, quindi il bambino dopo un breve periodo di osservazione è rientrato sull’isola nella propria abitazione di Anacapri. Il caso arriva a pochi giorni da un altro episodio simile che è accaduto a una signora di 72 anni che si era procurata una ferita alla testa per essere scivolata fuori la sua abitazione. La vicenda ha seguito lo stesso copione: sosta al pronto soccorso del Capilupi, cure dei sanitari che hanno suturato la ferita e poi volo in elicottero con destinazione Cardarelli per sottoporsi all’esame della tac. La mancanza della tac, oltre a sollevare l’indignazione dei capresi che da tre anni lamentano l’assenza presso il Capilupi di una struttura diagnostica così importante, provoca un enorme aggravio di spese al bilancio della sanità regionale. Oltre il costo della tac attualmente ferma, che è arrivata dopo tre anni di segnalazione, che si aggira intorno all’importo di 250mila euro, si devono aggiungere i costi per ogni trasferimento in elicottero che sfiorano – secondo gli addetti ai lavori – i 5mila euro. Un vero e proprio esempio di malasanità con un andazzo che dura da diversi anni e che sembrava superato con l’arrivo del nuovo macchinario già nel mese di settembre 2015 che, dopo essere stato posizionato in uno degli ambienti del Capilupi, non è mai entrato in funzione. Sono pochi a conoscerne i motivi della non messa in funzione, c’è chi parla delle ridotte dimensioni dei locali dove è stata installata, chi dell’inadeguatezza dell’impianto elettrico, altri invece del mancato collaudo. C’è chi poi afferma che il personale che dovrà essere destinato al funzionamento della tac dovrà sottoporsi a un corso di formazione. Sulla vicenda già dal primo caso i carabinieri della locale stazione hanno aperto un’inchiesta. In attesa degli sviluppi delle indagini dei militari, prima dell’ultimo episodio che ha visto protagonista un bambino l’associazione nazionale Liberi Consumatori ha inviato un esposto al governatore Vincenzo De Luca, dove, in una lunga nota firmata dal presidente Gaetano Simeoli, si paventa che “la mancata messa in funzione dell’impianto tac a Capri provoca rischio e pericolo sanitario all’intera popolazione che potrebbe vivere un’emergenza sanitaria simile a quella accaduta a Pozzuoli” che ha visto morire un 41enne vittima di un’odissea tra Pozzuoli e Giugliano alla ricerca di una tac funzionante. E proprio per scongiurare tale pericolo e porre fine a questo assurdo stato di cose, il presidente dell’associazione Liberi Consumatori Simeoli ha chiesto a De Luca di “adempiere a tutti gli atti funzionali, burocratici e procedurali al fine di far mettere in funzione l’impianto tac del Capilupi di Capri”.