Anna Maria Boniello. A Yang Lian il Premio Internazionale Capri 2014, il più grande poeta cinese vivente e più volte candidato al Nobel. Yang Lian fuggì dal suo paese, dopo il massacro di piazza Tienanmen e dopo essere stato imprigionato per le sue idee liberali. Yang, secondo molti critici, segna il passaggio dalla poesia cinese classica a quella moderna, ed ha scritto in onore del Premio una poesia su Capri che leggerà egli stesso stasera nel corso della cerimonia di consegna nel Teatro del Grand Hotel Quisisana. Appena arrivato a Capri Yang si lascia andare ad alcune riflessioni sulla situazione attuale del suo paese: “Penso che la Cina stia vivendo un momento importante della sua storia. Politicamente, affronta profondi cambiamenti derivanti dalla ricostruzione della sua struttura economica e anche dall`esplosione dei nuovi media, come Internet. Culturalmente, si sta finalmente realizzando in Cina una moderna trasformazione. Per esempio, la parola democrazia era uno slogan vuoto quando veniva scandito dai ragazzi di piazza Tienanmen ma ha acquistato un significato pieno quando la gente ha cominciato a combattere per difendere il proprio pezzo di terra, la propria casa o contro i saccheggi della burocrazia. Democrazia significa oggi rispetto dei diritti e ricostruzione dell`individualità. La cultura cinese si muove verso un nuovo modello basato anche sulla comprensione delle tradizioni.”
D. Come segue i raccapriccianti sviluppi della situazione in Medio Oriente? Che cosa pensa dell`Isis e dell`integralismo islamico?
R: “Non vedo una trasformazione positiva e moderna della tradizione culturale islamica. Essa appare mossa da un’ idea estremista del passato, una mente religiosa totalmente ottusa. Non c`è spazio per il dialogo e per gli scambi culturali, ma soltanto per l`odio e le uccisioni. Non sembra esserci una via d`uscita nella Jihad islamica. O forse c`è ma i reali cambiamenti debbono avvenire dentro la sua cultura e non essere imposti dall`esterno. La grande speranza è che gli islamici trovino un loro modo di unirsi al mondo moderno e questo potrà succedere soltanto se l`occidente troverà un nuovo modo di sostenere i cambiamenti interni positivi nell`Islam. La stessa situazione avvenne in Cina.”
D. Lei in Cina fu imprigionato per le sue idee. La prigione ha cambiato la sua poesia?”
R: “Non ho mai cambiato la mia poesia, anche se ho passato tempi difficili. Non l`ho cambiata perché i miei principi poetici sono basati su Qu Yuan, il più grande poeta cinese, vissuto 2300 anni fa, e su Dante, un altro poeta che ha sperimentato l`esilio nella sua vita. Penso che la qualità e la profondità della poesia siano legate al destino del poeta. La poesia più potente è quella più dolorosa. La poesia aiuta tutti gli individui che lottano per liberare se stessi. La poesia diventerà la nostra unica lingua madre.
D: Cosa è rimasto della Rivolta di Tienanmen nel lontano ’89 quando lei si schierò con gli studenti?
R: Purtroppo per quanto mi risulti pochi studenti di allora hanno continuato la lotta per la democrazia, ed ancora meno è il numero di quelli che lo fanno con coerenza, senza trasformarsi in ambasciatori o agenti dei valori del capitalismo occidentale. La moneta, il denaro, hanno preso il posto della politica. La poesia è contro tutto questo.
E nell’ambito del Premio Capri, il Premio Mario Morgano è stato vinto dal filosofo Sebastiano Maffettone. Gli altri riconoscimenti sono stati assegnati a Enrico Tiozzo per la traduzione, a Cesare De Michelis per l`editoria e Maria Rosaria Gianni, capo della redazione cultura del Tg1 per il giornalismo.
Il Presidente del Premio, Claudio Angelini ha annunziato che l’anno prossimo ricorrerà il trentennale del Premio Capri che ha portato sull’ isola azzurra alcuni tra i più grandi scrittori del secondo novecento e dell`inizio di questo millennio, dai Nobel Miloscz, Brodskij e Walcott, a Rafael Alberti, Adolfo Bioy Casares, Evtushenko, Banana Yoshimoto, Moravia, da Dahrendorf, Fukuyama e Peyrefitte, fino ad Adonis. "Nel 2015 -ha detto Angelini – allestiremo al Quisisana una mostra fotografica che ricorderà ogni edizione del nostro premio, i suoi vincitori e i suoi giurati, che spesso erano intellettuali e giornalisti importanti, come Giuliano Zincone, Nello Ajello e Roberto Ciuni." Angelini ha anche posto in risalto come l`esistenza di una sezione del Premio Capri intitolata a Mario Morgano sia un omaggio a un grande interprete della cultura dell’ accoglienza, che amava la poesia e la narrativa. "Mario Morgano -ha detto Angelini- capì subito l’importanza della nostra iniziativa e le dette il suo aiuto, inserendola in una cornice da brivido. Mario Morgano era un uomo schivo che non amava farsi fotografare; per questo non ci sono molte sue foto nei nostri archivi, ma ce n’è una enorme nel nostro cuore.”