di Luigi Lembo
Se chiedete al più radicato abitante di Monte Tiberio di dire dove si trova il Monte San Leonardo difficilmente sarà in grado di darvi una risposta certa. Eppure Monte san Leonardo era proprio il nome con cui, nel medioevo, era indicata l’area geografica dove sorge Villa Jovis. In un’interessante studio del Centro Documentale di Capri si racconta come, già nel 1562, in una delle più antiche mappe dell’Isola ad opera dello studioso napoletano Fabio Giordano, il monte su cui fu eretta quella che diverrà la chiesetta di S Maria del Soccorso era indicato come “monte di San Leonardo e della BeatissimaMaria”.Rare sono le notizie che raccontano le ragioni del culto di questo Santo a Capri; San Leonardo era il patrono dei prigionieri, degli schiavi e dei naufraghi ed era ricordato nel Quattrocento come “advocato di quanti sò captivi in Barberia.” Inoltre va detto che la chiesetta demolita sul finire del Seicento per far spazio alla nuova chiesa di S. Stefano, nella piazza di Capri, era intitolata a Santa Sofia e, per un certo periodo, proprio a S. Leonardo!E’ tra l’altro lecito supporre che esistesse poi, sul monte Tiberio, anche una cappella dedicata al santo, abitudine questa molto diffusa nel Medioevo di erigere sacrari cristiani su siti e palazzi “pagani”.Ma perché il culto di San Leonardo in quel luogo?Leonardo di Noblac, conosciuto anche come Leonardo il Santo, nacque a Limoges e visse da eremita gran parte della vita; probabilmente proprio il fatto che fosse un eremita lo lega ad un luogo che anche nell’ottocento sarà sede di un eremitaggio.Si racconta che, all’epoca in cui visse, i prigionieri che lo invocavano, vedevano spezzarsi miracolosamente le catene e molti accorrevano da lui per ringraziarlo; giungevano alla sua abitazione anche molti malati che guarivano e gli stessi parenti del Santo organizzarono un luogo di accoglienza per gestire questo enorme flusso di persone desiderose di un miracolo, battezzandole e bagnandole con l’acqua di un pozzo vicino al Monastero di Nobiliacum. Nacque così Saint-Leonard de Noblat, che esiste ancora oggi, così come la fontana miracolosa. Nel Medioevo San Leonardo divenne uno dei santi più venerati in Europa; il culto è ancor oggi abbastanza diffuso anche nelle varie regioni e nelle principali città: Venezia, Milano, Vicenza, Verona, Mantova, Cremona, Vercelli, Rieti, Pisa, Lucca, Ferrara, Napoli, Gaeta. Nell’Italia meridionale, la devozione per il Santo fu introdotta dai Normanni ed Egli è particolarmente celebrato a Catania, Trapani, Agrigento, Messina e nell’isola di Procida. Proprio da quest’ultima infatti probabilmente si diffuse anche a Capri ad opera dei pescatori isolani che effettuavano opere d’interscambio con le vicine isole del Golfo. Il culto di San Leonardo durò a Tiberio fino agli inizi del XVII secolo, allorquando la cappella del Santo francese fu sostituita con quella di Santa Maria del Soccorso. Lo ricorda Jacques Bouchard nel 1632 che parla di un “romitorio” posto tra i ruderi della villa imperiale e dedicato alla Vergine del Soccorso. Il culto era stato “aggiornato” in quanto l’Isola era sottoposta alle continue incursioni dei corsari e l’immagine della Madonna con bambino raffigurata il un quadro che ancora oggi fa bella mostra di se sull’altare della navata sinistra era oggetto di particolare devozione. Passata la buriana delle incursioni saracene, La Vergine del Soccorso di Monte Tiberio, continuò ad essere oggetto di particolare e grandissima devozione, soprattutto fra i marinai, e non solo a quelli isolani, che al passaggio nelle Bocche dell’isola la salutavano con preghiere e colpi dì artiglieria. Il suo altare era ricoperto di fiori e degli ex voto di chi le si rivolgeva per chiedere la liberazione di un congiunto ancora prigioniero dei turchi o semplicemente per propiziarsene la benevolenza nella prossima pesca dei totani.