Fonte: Metropolis
di Marco Milano
Sviluppo del territorio e delle infrastrutture per Capri. Il decreto di riparto delle annualità 2020, 2021 e 2022 del Fondo per gli investimenti ufficializzato nei giorni scorsi dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie, prevede la possibilità di investimenti nelle isole minori. Un provvedimento che tiene in considerazione anche Capri, Ischia e Procida che potranno presentare le domande per l’ammissione al finanziamento entro il 27 ottobre 2021. «Il Fondo ha sottolineato l’Anci Campania è destinato a finanziare progetti di sviluppo infrastrutturale o di riqualificazione del territorio dei 40 comuni che ricomprendono le 56 isole». Capri come territorio insulare potrà eventualmente presentare la propria istanza per gettare le basi di nuovi investimenti finalizzati a restyling del proprio circuito di competenza anche dal punto di vista delle infrastrutture. Ad Anacapri, intanto, domenica si parla di crisi climatica e responsabilità dell’industria petrolifera. Domenica pomeriggio a Villa San Michele, la casa-museo del medico scrittore svedese Axel Munthe ospiterà una conversazione tra Marco Grasso e Paolo Cirio. L’ideatore del podcast Benzina sul fuoco dialogherà con l’autore di Natural Sovereignty su tematiche ambientali di stretta attualità. Grasso, professore di Geografia Economica e Politica all’Università di Milano-Bicocca, in rete da pochissimi giorni con il primo di cinque episodi di Benzina sul fuoco, sarà, dunque insieme a Cirio, artista e attivista, autore di Natural Sovereignty, la mostra/denuncia che mette in scena dal 9 ottobre al 3 novembre alla Certosa di San Giacomo le conseguenze di terribili nefandezze ambientali perpetuate a danno di migliaia di specie di flora e fauna, oggi in estinzione, protagonista di una giornata di importante riflessione sul tema del clima. E il binomio Cirio-Grasso non è casuale visto che l’opera più recente di Cirio è stata largamente influenzata dagli studi di Grasso, già co-autore di Tutte le colpe dei petrolieri, tanto da spingerlo ad invocare, dati alla mano, un tribunale utopico del crimine climatico