di Massimo Lionetti
QUELLO CHE VA
È la domenica che lancia Spalletti in testa alla classifica. Con pieno merito. Il Napoli vince e convince ad Udine, un campo sul quale neanche Ronaldo, poche settimane fa era riuscito a passare.
È andata di lusso a chi in settimana ha deciso di cambiare allenatore. Parliamo del Cagliari di Mazzarri che è riuscito a fermare la Lazio nel fortino dell’Olimpico e parliamo naturalmente del Verona di Tudor, parsa completamente un’altra. squadra. Le conseguenze di tali effetti si sono abbattuti sulla Roma che inseguiva il sogno del primato in classifica. Ne abbiamo parlato con Patrizio Messercola, storico appassionato e tifoso giallorosso. “Credo che l’aspetto motivazionale, figlio del cambio in panchina, abbia inciso fortemente sulla prestazione dei calciatori dell’Hellas. Tecnici come Di Francesco, che a Roma conosciamo bene, seppur bravissimi dal punto di vista tecnico non riescono ad incidere nel modo giusto dal punto di vista caratteriale. Peccato per questo scivolone, ma noi della Roma, siamo sicuramente felici di come sta nascendo il progetto Mourinho. Quello della Roma è un proposito che coinvolge tutte le parti, non solo la squadra ed il tecnico. I Friedkin stanno pensando a qualcosa di importante e per questo non c’era sulla piazza un tecnico migliore del portoghese. Alla Roma in questi anni è mancata la continuità; nei risultati, nella concentrazione, nella determinazione e nell’impegno. Al contrario lo Special One è riuscito a ribaltare la situazione rivitalizzando la rosa dello scorso anno, proprio con le motivazioni. Peccato per il risultato con il Verona, ma ora siamo più concreti rispetto al recente passato”.
QUELLO CHE NON VA
Impossibile non tirare in ballo la Juventus. Due punti in quattro gare. Uno dei peggiori score mai registrati dalle parti di Villar Perosa. Pareggiare, oggi, con il Milan è un risultato senza dubbio positivo. Va però considerato il recente passato bianconero fatto di inciampi e sconfitte. È mancato il mordente Juve. Quella voglia di azzannare la preda, di andarsi a prendere tempi e spazi per far propria una vittoria che valeva come una finale. Manca un leader in grado di trasformare una squadra forte in una fortissima.Intanto sale a 10 punti il ritardo dalla vetta, una cifra non banale.