Fonte: Roma
NAPOLI. Cinquecento persone si sono radunate davanti alla chiesa per l’ addio ad Emanuele Melillo, 33 anni, l’ autista morto precipitando con il minibus a Marina Grande a Capri lo scorso 22 luglio. Nella Basilica di San Giovanni Maggiore ai Tribunali, nel centro storico di Napoli centinaia di palloncini bianchi a forma di cuore, uno striscione della curva A “Ciao Emanuele” e sulla bara la sciarpa del Napoli portata dagli amici tutti vestiti di nero. «Emanuele non vedeva l’ ora di vedere il film della Passione “Il re dei re” per rivivere la resurrezione Pasquale. Emanuele ha avuto la grande fortuna di nascere e crescere in una famiglia con una grande fede», ricorda fra Domenico nell’ omelia. Commozione alle parole del padre del 33enne che ha preso la parola al termine del rito: «Amavi la vita e avevamo tanto ancora da fare assieme. I nostri progetti, i sogni. Vedere gente cosi bella ci fa capire che non esiste solo virus del male ma anche del bene, se Emanuele è riuscito a riunirci. Vorrei dire a mio figlio che per me è stato un onore averlo cresciuto. Ciao amore mio. Oltre al virus, il Covid, quello cattivo, Emanuele ha dimostrato che esiste anche il virus buono, quello dell’ amore, che lui ha seminato ovunque». Con queste parole il padre di Emanuele ha salutato e ringraziato tutti coloro che hanno preso parte alle esequie, ieri pomeriggio celebrate nella chiesta di San Lorenzo.
La famiglia, la compagna e gli amici, tutti presenti, hanno partecipato ai funerali in un’ atmosfera di dolore composto, nonostante nei giorni scorsi siano stati scossi da un’ altra perdita: Rosaria Aridità, la compagna di Emanuele, infatti, ha perso il bimbo che portava in grembo. «Emanuele – ha detto l’ avvocato Luca Marangio, amico di Emanuele e prima ancora del fratello Marco, che con le colleghe Antonia Giglio e Giovanna Cacciapuoti rappresenta la famiglia Melillo – amava il suo lavoro. Per lui quel minibus era uno space shuttle. Era una persona con la quale ci si divertiva sempre, aveva la battuta pronta. Molti conoscono di lui questo aspetto ma Emanuele era anche una persona estremamente religiosa e credente. Ha fatto il chierichetto e ha frequentato il corso prematrimoniale».
Luca, stringendo tra le mani un cornetto che gli era stato regalato da Emanuele, aggiunge: «Doveva portarmi insieme con lui in curva A. Come lui, anch’ io sono un tifoso e voleva che ci andassimo insieme con il mio bambino. Ora non potrà più farlo ma Marco (il fratello di Emanuele) mi ha promesso che manterrà lui la promessa».
Facendo riferimento, infine, alle cause del decesso, e alla tragedia, Luca Marangio si è detto convinto che non ci sia stato alcun malore: «Ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per evitare la tragedia.
La famiglia mi ha chiesto giustizia, solo giustizia. Noi ci impegneremo affinchè l’ abbia».
Alla cerimonia funebre in molti non sono voluti mancare, malgrado le normative anticovid: tra i presenti, c’ era anche il sindaco di Capri Marino Lembo. E poi gli amici di sempre che hanno accolto il feretro con messaggi e palloncini. In piazza San Gaetano, davanti al complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore, sono stati affissi diversi striscioni, tutti per dare l’ ultimo saluto al giovane autista deceduto. Quello più toccante, sistemato sul campanile, raffigura Pino Daniele, Maradona e Gesù che attendono, davanti a una fermata, l’ arrivo del bus alla cui guida c’ è proprio lui. I tre, quando lo vedono arrivare, esclamano: Già qui!. In alto infine la scritta: “Dal cuore di Napoli a Emanuele. Chi simmo nuje pe’ ggiudicà”.
Anche i supporter azzurri della Curva A hanno voluto lasciare un messaggio al loro compagno di tifo con la scritta “Ciao Emanuele” e su un ultimo messaggio si legge “Ciao Emanuele rimarrai sempre nei nostri cuori”.
.