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Capri: Forum UNESCO – Benecon ‘manifesto’ per città post covid

di Redazione
17 Luglio 2021
in Events, News
Tempo di lettura: 6 minuti
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Seggiovia Monte Solaro

Fonte: Ansa

 (ANSA) – CAPRI (NAPOLI), 17 LUG – Il XIX Forum Internazionale Unesco “World Heritage and Design for Heat” lancia il manifestato delle città post covid. E lo fa da Capri (Napoli), dal palazzo dei congressi a pochi passi da uno dei ‘salotti’ del mondo. Dai cinque continenti scienziati e ricercatori, anche in modalità da remoto, si sono confrontati su proposte e progetti per adeguare alle mutate esigenze della crisi pandemica i luoghi che l’uomo abita e quelli dove produce o trascorre il suo tempo libero. Dal rendez vous caprese è emersa “la necessità globaledi ridefinire su canoni antichi il ruolo e le funzioni urbane del futuro per dare risposte alle mutate esigenze di salute e sicurezza”. Un nuovo manifesto, dunque, che si basa sulla teoria che “le città devono tornare a fare le città. Devono tornare ad essere quei siti meravigliosi inventati seimila anni fa che riescono a essere contemporaneamente luoghi dell’innovazione, delle opportunità, dell’integrazione ma anche della cura e della sicurezza. In particolare, le città italiane devono tornare a essere molteplici e plurali”. Costituite da quartieri che tra di loro scambiano servizi e utilità, in modo tale che davanti alle crisi, perché questa che stiamo superando non sarà l’ultima, le nostre città siano più resilienti, è stato ribadito. “Non solo in modo che possano uscire definitivamente dal blocco sanitario, ma anche per imparare dalle criticità dell’ultimo anno. Ma soprattutto, non è possibile continuare a immaginare un modello di sviluppo che sia esso stesso produttore della crisi”. Da Capri è arrivata l’indicazione che una dimensione più contenuta e un’intensità urbana meno frenetica, come quelle che abbiamo visto non aver retto alla pandemia, permettono di avere quell’equilibrio maggiore tra lo spazio e la comunità. Il convegno caprese insegna che questo modello di città, la città media, il cosiddetto borgo, possono diventare, se non il modello, almeno il campo di sperimentazione. Da queste esperienze può partire il riequilibrio territoriale urbano. L’auspicio è che la documentazione prodotta durante questa tre giorni venute i governi locali, nazionali e sovranazionali possano trarre spunti importanti. “Il senso del Forum – ha affermato il professor Carmine Gambardella, ceo del Consorzio Benecon University – è proprio quello di utilizzare una rete internazionale di scienziati per fornire proposte e progetti. Il grande potenziale di questa manifestazione, che l’anno prossimo taglierà il traguardo del ventennale, viene espresso proprio dalle oltre 800 cattedre Unesco nelle università di tutti e cinque i continenti. Si tratta di una rete di oltre 7milaricercatori che si riconoscono nei temi della salute, dell’ambiente, del paesaggio, dell’architettura e dei beni culturali”. (ANSA).   

Un nuovo manifesto, dunque, che si basa sulla teoria che “Le città devono tornare a fare le città. Devono tornare ad essere quei siti meravigliosi inventati seimila anni fa che riescono a essere contemporaneamente luoghi dell’innovazione, delle opportunità, dell’integrazione ma anche della cura e della sicurezza. In particolare, le città italiane devono tornare a essere molteplici e plurali.

Costituite da quartieri che tra di loro scambiano servizi e utilità, in modo tale che davanti alle crisi, perché questa che stiamo superando non sarà l’ultima, le nostre città siano più resilienti. Non solo in modo che possano uscire definitivamente dal blocco sanitario, ma anche per imparare dalle criticità dell’ultimo anno. Ma soprattutto, non è possibile continuare a immaginare un modello di sviluppo che sia esso stesso produttore della crisi”.

Da Capri è arrivata l’indicazione che una dimensione più contenuta e un’intensità urbana meno frenetica, come quelle che abbiamo visto non aver retto alla pandemia, permettono di avere quell’equilibrio maggiore tra lo spazio e la comunità. Il convegno caprese insegna che questo modello di città, la città media, il cosiddetto borgo, possono diventare, se non il modello, almeno il campo di sperimentazione. Da queste esperienze può partire il riequilibrio territoriale urbano.

L’auspicio è che la documentazione prodotta durante questa tre giorni venute i governi locali, nazionali e sovranazionali possano trarre spunti importanti. “Il senso del Forum – ha affermato il professor Carmine Gambardella, CEO del Consorzio Benecon University – è proprio quello di utilizzare una rete internazionale di scienziati per fornire proposte e progetti. Il grande potenziale di questa manifestazione, che l’anno prossimo taglierà il traguardo del ventennale, viene espresso proprio dalle oltre 800 cattedre Unesco nelle università di tutti e cinque i continenti. Si tratta di una rete di oltre 7mila ricercatori che si riconoscono nei temi della salute, dell’ambiente, del paesaggio, dell’architettura e dei beni culturali”.

Forum Unesco a Capri, ‘grande agenda urbana’ per l’ItaliaConfronto fra studiosi, servono effetti concreti al Recovery   (ANSA) – CAPRI (NAPOLI), 17 LUG – Effetti concreti dalRecovery e una grande agenda urbana per l’Italia: sono tra lerichieste che partono dalla 19/a edizione del ForumInternazionale Unesco “World Heritage and Design for Health”svoltosi a Capri (Napoli). Una tre giorni dalla quale èscaturito il manifesto delle città post-covid ma si è prestataanche attenzione nel confronto ospitato all’ombra dei Faraglioniagli effetti concreti del Recovery Fund per avviare il processodi trasformazione attraverso fondi importanti e cospicui.   “Ma è indispensabile una grande agenda urbana per l’Italia -è emerso durante il confronto ospitato nel palazzo dei congressi- un grande processo di riforma urbanistica e architettonica checonsenta di far interagire le risorse, perché i 200 e piùmiliardi sono una quantità adeguata ma non sarà mai sufficienteper risolvere tutti i problemi”.     L’obiettivo indicato dagli studiosi è che ogni piccola partedi queste risorse, quando ‘atterra’ nelle città e nei territori,moltiplichi le sue capacità di quel 200% o 300% che è quello cheavviene negli altri Paesi europei.     La tre giorni di dibattiti e confronti condotti al tavolodella presidenza dal professor Carmine Gambardella, ceo delConsorzio Benecon University, ha visto gli interventi di DaniloIervolino, presidente della Università Telematica Pegaso;Francesco Fimmanò, direttore scientifico dello stesso ateneo,Matteo Rosati, dell’Ufficio regionale Unesco per la Scienza e laCultura in Europa, Anna Del Sorbo, vicepresidente Credito eFinanza dell’Unione Industriali di Napoli, Giuseppe Paolisso, exrettore dell’Università “Vanvitelli”, Michelangelo Russo,direttore del dipartimento di Architettura della Federico,Orazio Carpenzano (Università Sapienza di Roma), Mosè Ricci(Università di Trento), Cherubino Gambardella (Università”Vanvitelli”).  A concludere i lavori la lectio magistralis diAntonio Felice Uricchio, presidente ANVUR, l’Agenzia nazionaledi Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca.(ANSA). 

A Capri si chiedono effetti concreti dal Recovery e una grande agenda urbana per l’Italia. L’occasione è stata la diciannovesima edizione del Forum Internazionale UNESCO “World Heritage and Design for Healt”. Una tre giorni dalla quale è partito il manifesto delle città post-covid ma si è prestata anche massima attenzione nel confronto ospitato all’ombra dei Faraglioni agli effetti concreti del Recovery Found per avviare il processo di trasformazione attraverso fondi importanti e cospicui.

“Ma è indispensabile una grande agenda urbana per l’Italia – è emerso durante il confronto ospitato nel palazzo dei congressi di Capri vicino la piazzetta di Capri da sempre crocevia di culture internazionali – un grande processo di riforma urbanistica e architettonica che consenta di far interagire le risorse, perché i 200 e più miliardi sono una quantità adeguata ma non sarà mai sufficiente a risolvere tutti i problemi.

L’obiettivo indicato dagli studiosi e che ogni piccola parte di queste risorse, quando atterra dentro le città e nei territori, moltiplichi le sue capacità di quel 200% o 300% che è quello che avviene negli altri paesi europei.

La tre giorni di dibattiti e confronti condotti al tavolo della presidenza dal professor Carmine Gambardella, CEO del Consorzio Benecon University ha visto gli interventi di: Danilo Iervolino, presidente della Università Telematica Pegaso; Francesco Fimmanò, direttore scientifico dello stesso ateneo; Matteo Rosati, dell’Ufficio regionale UNESCO per la Scienza e la Cultura in Europa; Anna Del Sorbo, vicepresidente Credito e Finanza dell’Unione Industriali di Napoli; Giuseppe Paolisso già Rettore dell’Università “Vanvitelli”; Michelangelo Russo direttore del dipartimento di architettura dell’Università Federico II di Napoli; Orazio Carpenzano (Università “Sapienza” di Roma); Mosè Ricci (Università di Trento); Cherubino Gambardella (Università “Vanvitelli”); A concludere i lavori la lectio magistralis di Antonio Felice Uricchio, presidente ANVUR, l’Agenzia nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca.

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