Fonte: Metropolis
di Tiziano Valle
Sono accusati di aver devastato i fondali di mezza provincia di Napoli, arrivando a danneggiare persino un simbolo come i Faraglioni di Capri, solo per estrarre datteri di mare e fare affari illeciti vendendoli sul mercato nero. Una vera e propria associazione a delinquere secondo la Procura di Napoli, che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per 21 persone coinvolte nel giro a vario titolo. Gli imputati dovranno comparire il prossimo 14 settembre davanti al Tribunale di Napoli. E’ stato il giudice per le indagini preliminari Federica Colucci a disporre il giudizio immediato tutti gli indagati, sei dei quali sono attualmente in carcere mentre sette sono ai domiciliari, a seguito dell’operazione condotta dalla guardia di finanza lo scorso marzo. Tra gli imputati compare anche il quarantunenne Angelo Esposito, militare in servizio presso la Guardia Costiera di Portici, che avrebbe rivelato agli altri indagati l’esecuzione di operazioni programmate contro la pesca di frodo. La metà degli imputati (12), percepivano indebitamente anche il reddito di cittadinanza, per cui rispondono anche di truffa. Tra questi anche gli stabiesi Catello Avella, Elpidio Viola, Giuseppe Viola, Catello Viola e Luciano Donnarumma. Secondo l’accusa tutti fanno parte del cosiddetto gruppo Amato, dal cognome del capo indiscusso e promotore dell’organizzazione, ovvero il 57enne Pasquale Amato detto O Palumbaro, considerato il dominus del mercato nero dei datteri, colui che da decenni pianifica l’estrazione e il commercio del mollusco. Le operazioni di martellamento della roccia per estrarre i datteri, andate avanti quasi giornalmente per oltre 20 anni, avrebbero danneggiato irrimediabilmente anche il delicato ecosistema sottomarino, permettendo ai responsabili di fare profitti enormi. Si calcola che nei soli due mesi di lockdown (marzo-maggio 2020) sarebbero stati raccolti 8 quintali di molluschi venduti a prezzi tra i 100 e i 200 euro al chilo al mercato nero. Centinaia le transazioni di datteri accertate dagli inquirenti nel periodo in cui è durata l’indagine (maggio 2018-maggio 2020 ) ; so lo Pasqua le Amato avrebbe movimento in poch i mes i due quintali di datteri. Tra gli imputati anche dipendenti pubblici che hanno svolto il ruolo di intermediari delle vendita, come Francesco Baldo, dipendente della società che gestisce la funicolare di Capri, Ciro Di Sabato, dipendente dell’Asl 1 Napoli Centro. Nel processo che inizierà a settembre compariranno tredici parti offese, tra cui il Ministero per la Transizione Ecologica, i Comuni di Napoli e Capri, l’Inps, la Regione Campania, associazione ambientaliste come Wwf, Legambiente, L’Altritalia Ambiente. Si tratta del primo grande processo nei confronti dei datterai che da decenni fanno affari illeciti nella provincia di Napoli, anche con la complicità di clienti vip, ristoratori e titolari di pescherie pronti a collaborare per la vendita del prezioso mollusco.